Monday 3 November 2008

Art from Slovenia: Maja Slavec SITUAKTCIJA

pp



p

Wednesday 3 December 2008 at 6pm

opening

Maja Slavec

s i t u a k t c i j a

curated by Michele Drascek

p
Contemporary Art Space Camere Chiare
Università degli Studi di Trieste
Facoltà di Scienze della Formazione
Via Principe di Montfort 3, Trieste
untill 20 December 2008
from Monday to Friday, 9am - 7pm



more on Maja Slavec: http://maja-slavec.blogspot.com/
p
Università degli Studi di Trieste website:
http://webnews.units.it/pagina.asp?id=432&tipoogg=0&lang=2&tipo=1



Review by Michele Drascek

Maja Slavec
S I T U A K T C I J A

Maja Slavec dedicated one whole year to the artistic project S i t u a k t c i j a. The artist followed the life of some women in them everyday activities, taking part in the simple actions of the day like privileged observer, but not intrusive. So we can see women portrayed in interior spaces of the house like kitchens, bathrooms, bedrooms; but also during passing moments from room to room, or external from housing spaces. In both cases, the woman is alone.
Maja Slavec inquires into the real life and capture the situation (in Slovenian situacija) in which the woman is alone with herself. These are instants of intimate life (akt, naked; also in a broad sense) in which emerge subtly femininity and eroticism. Here, however, is completely absent any intention that leads to think of a voyeuristic look into intimacy. The woman isn’t a potential erotic object for outer observer.
In fact the artist deepens the topic of the self-perception of femininity and eroticism. And she speaks of the fear to loose this self-perception. In her shoots, consequently, we can recognize a latent sadness. In this way the photographic memory of S i t u a k t c i j a record also sadness, like a quality of experience.
The artist specifies “There’s a sort of poetry in being sad. Sadness is poetic”. If poetry has a certain inclination for emptiness [Iosif Brodskij], S i t u a k t c i j a describes this inclination tactfully, succeeding in express exactly the poetry, not only the semantic, of the situations.
Just for this inclination to poetry built in the project concept, Maja Slavec photography, although portray real life moments, is not purely realistic like greater part of contemporary situation photography: it meet precise formal and aesthetic fundamental rules (composition, light) maintaining yet the absence of artifice in the representation of reality.
The final result is a photographic series in which, absolutely, there isn’t narrative will.
S i t u a k t c i j a brings in itself the quality of immediacy of the real life.

Maja Slavec
S I T U A K T C I J A

S i t u a k t c i j a è un progetto artistico che ha impegnato Maja Slavec per un anno intero.
L’artista ha seguito la vita di alcune donne nelle loro attività di ogni giorno, partecipando da osservatrice privilegiata, ma non intrusiva, alle azioni più semplici del quotidiano. Vediamo così donne ritratte in interni come cucine, bagni, camere; ma anche immortalate nei momenti di passaggio da un ambiente all’altro, esterni allo spazio abitativo. In entrambi i casi, la donna è sola.
Maja Slavec indaga la vita reale e cattura le situazioni (in sloveno situacija) in cui la donna è sola con sé stessa. Sono istanti di vita intima (akt, nudo; anche in senso lato) nei quali emergono sottilmente la femminilità e l’erotismo. Qui, però, è totalmente assente ogni intenzione che lasci pensare a uno sguardo voyeuristico sull’intimità e la donna non è oggetto erotico potenziale per l’esterno.
L’artista, infatti, approfondisce il tema dell’auto-percezione della femminilità e dell’erotismo. E parla anche della paura di perdere questa percezione. Nei suoi scatti, di conseguenza, si riconosce una latente tristezza. La memoria fotografica di S i t u a k t c i j a registra così anche la tristezza. E la registra come una qualità dell’esperienza.
L’artista stessa precisa: “C’è una sorta di poesia nell’essere tristi. La tristezza è poetica”.
Se la poesia ha una certa inclinazione per il vuoto [Iosif Brodskij], S i t u a k t c i j a descrive questa inclinazione con tatto, riuscendo ad esprimere appunto la poesia, non solamente la semantica, delle situazioni ritratte.
Proprio per questa inclinazione al poetico insita all’idea progettuale, la fotografia di Maja Slavec, nonostante ritragga momenti di vita reale, non è puramente realistica come maggior parte della fotografia contemporanea di situazione: risponde a precisi canoni formali ed estetici (composizione, luce) mantenendo però l’assenza di artificio nella rappresentazione della realtà.
Il risultato finale è una serie fotografica in cui non c’è assolutamente volontà narrativa. Sono scatti che portano in sé la qualità dell’immediatezza della vita reale.

No comments: